martedì 15 luglio 2008

Vaffarma Day: ok protestare è giusto, ma perché non proporre un più pragmatico “Delisting Day”?

Certo che con tutto quello che accade nel mondo della distribuzione del farmaco nel nostro paese, le ingiustizie a cui sono sottoposte le parafarmacie, gli sconti diversificati, la FOFI che difende i titolari di farmacia……. un bel “vaffarma day” ti viene proprio spontaneo…..e per chi lo desidera è giusto protestare e gridare le ingiustizie a cui siamo ogni giorno sottoposti.
Ma riflettiamo pensate ad un più e “insidioso” (per i fautori del monopolio farmaceutico) “delisting day” o “giornata dell’automedicazione” dove ogni anno insieme alle associazioni dei consumatori, le aziende produttrici, i cittadini e i farmacisti si rifletta tutti insieme su come far crescere nel nostro paese il settore dei farmaci senza ricetta, si propongano soluzioni ed idee lasciando così la politica casuale con cui da qualche mese si affronta in Italia questo settore così delicato.
Vedete…..…a Federfarma verranno i brividi, la vedranno come fumo negli occhi perché è quello che non possono tollerare: il farmacista fuori dalla farmacia il, farmacista libero di svolgere la propria professione.

Quindi, bene il Vaffarma…se non è solo uno sfogo ma mostrerà di portare avanti una progettualità che però costa fatica e sudore e che divisi diventa ancora più difficile…
Che ne pensa l’ANPI?
Leonardo Marchitto
FEF Marche ParafarmaciaMarche

I produttori di farmaci da banco (ANIFA) : “medico e farmacista utili per la diffusione della cultura dell’automedicazione”


“…..Il medico, sempre più consapevole del proprio ruolo professionale, e il farmacista, impegnato a sviluppare un servizio ad alto valore aggiunto, restano, a nostro avviso, i punti di riferimento privilegiati per la dispensazione dei farmaci e, in questo senso, il nuovo scenario rappresenta un’occasione da cogliere per rilanciare quello spirito di collaborazione indispensabile per l’implementazione di un nuovo approccio al farmaco senza obbligo di prescrizione…..”.

Con questa affermazione, presente in vari cominicati ANIFA, e ribadita nel recente comunicato stampa relativo alla presentazione dell’Osservatorio 2008 sull’ automedicazione i produttori di medicinali da banco dicono la loro in modo autorevole e chiaro.

La centralità dei professionisti (medici e farmacisti) quali figure cardine per la consulenza nell’uso dei medicinali senza ricetta risulta in questo modo ribadita ancora una volta da recenti ricerche.
E’significativa l’indicazione del professionista e non del luogo dove avviene la consulenza (non si parla di farmacia ne di studio medico infatti) chiaro sintomo che una visione moderna del mercato farmaceutico nell’ OTC necessita di figure esperte per un reale successo.

Tale considerazione è avvalorata da un altro dato che emerge dalla ricerca effettuata e cioè “Più del 70 % del pubblico italiano è interessato ad accrescere il proprio bagaglio informativo con finalità chiaramente orientate a incrementare la propria competenza nella gestione dell’automedicazione…”
Ora domandiamoci quale può esssere il luogo elettivo oltre dove è possibile incrementare questo bagaglio informativo che chiede il pubblico?
Ovvio: un negozio specializzato nella vendita di farmaci senza ricetta e cioè le parafarmacie e i corner GDO.

E’ chiaro che le affermazioni dell’ANIFA prima citate aprono di fatto alla richiesta di distribuzione più o meno selettiva di SOP e OTC solo ai punti vendita con personale esperto (il farmacista).
Chi lavora nel campo farmaceutico (gli industriali del farmaco ad esempio) sa perfettamente che questo mercato non è esattamente come quello alimentare…..non si potrà mai indurre un consumismo di farmaci…l’istinto personale lo impedisce.
Forse si potranno buttare farmaci che non si pagano…ma quelli che si pagano sicuramente no.
Per questo paradossalmente la gente pretende di sapere di più sull’ OTC (dato che in parte protagonista nella scelta rispetto al farmaco da prescrizione dove tutto è delegato al medico…….” tanto ci pensa lui…”
LA GDO è consapevole di ciò?

Che senso ha, se non quello del bieco interesse immediato e spiccio, eliminare il farmacista dalle parafarmacie/corner GDO?

venerdì 11 luglio 2008

GDO-Federfarma:un patto Molotov-Ribbentrop a danno delle parafarmacie, farmacie rurali e giovani farmacisti

L'accordo proposto si profila tra alcuni settori della GDO e Federfarma , benedetto dal ministro del lavoro e della Salute Sacconi (vedi il ritratto in alto) è proprio come questa foto foto: bianco e nero, i personaggi (Molotov, Ribbentrop e sullo sfondo Stalin) sono sorridenti sicuri di se sodddisfatti e arroganti e sprezzanti delle regole (internazionali in quel caso, dato che si spartivano la Polonia) del buon senso e della professionalità nel caso della distribuzione dei farmaci da banco.

Ma come quella fu l'ultima cartuccia di due dittature politiche, quello che si paventa è uno scempio degno del "Gattopardismo" più squallido: cioè cambio tutto (liberismo sfrenato sui farmaci OTC eliminando il farmacista) per non cambiare nulla, dato che senza farmacista nelle parafarmacie/GDO, pian piano la gente ritornerà al consiglio del farmacista ormai solo in farmacia.

Ma continuando con l'analogia del patto scellerato in questione vediamo gli altri ruoli: chi fa la fine della Polonia? Le parafarmacie innanzitutto è ovvio, ma anche le farmacie rurali (con fatturati ridotti rispetto alla grasse urbane) sarebbero immediatamente sottoposte alla brutale concorrenza dei tabaccai, edicolanti, alimentari ecc....ma non dimentichiamo i giovani colleghi che lavorano nei corner salute della GDO licenziati di colpo e che andranno a mendicare lavoro precario dai titolari urbani (Sacconi non è anche ministro del lavoro?)
Vediamo però uno degli epiloghi probabili della faccenda che ha delle analogie con quel patto scellerato:
La spartizione della Polonia proposta da Stalin-Molotov alla Germania di Hitler-Ribbentrop fu una polpetta avvelenata che segnò l'inizio della fine della Germania stessa dato che tra due "caimani" di eguale forza vince alla fina quello più scaltro e diplomatico (in quel caso la Russia di Stalin).

Così per la GDO l'eliminazione del farmacista rischia di essere una "polpetta avvelenata" risparmi ora (sul personale) per avere un bel piatto di lenticchie dopo (cioè solo qualche aspirina da vendere in futuro) bisogna ricordare che nel dopoguerra con la "cortina di ferro" Stalin si pappò tutta l'Europa Centrale e metà Germania....

Cosi Federfarma, senza la professionalità del farmacista nelle parafarmacie/GDO, si riannetterà lentamente tutto il mercato dei farmaci da banco nel nostro paese.....e i delisting di nuove specialità farmaceutiche ad OTC sarà scongiurato......
E si ritornerà ben bene al "buon tempo andato".......

Che ne pensate?

Leonardo Marchitto
FEF Marche
ParaFarmaciaMarche

giovedì 10 luglio 2008

Canale parafarmacie/corner:il farmacista necessario per una strategia di sviluppo moderno

Lettera inviata ai redattori di http://www.gdonews.it/, relativa all'eliminazione del farmacista dalle parafarmacie/corner

Le scrivo riferendomi ai dati presentati oggi dall’Anifa che annualmente presenta “L’osservatorio sull’automedicazione 2008”.
Quello che emerge è che a soli due anni il “fuori farmacia” si è già conquistato già il 5,5 % del mercato con un piccolo sorpasso delle parafarmacie indipendenti (oggi: 3,2% nel 2007 1,4%) rispetto ai corner salute della GDO (oggi 2,3% 2007: 2,1%) sorpasso fisiologico se si considera che il numero delle prime è notevolemente superiore ai corner GDO.
Altra indicazione è che ormai il paventato “consumismo farmaceutico” paventato da alcuni settori contrari alla riforma Bersani non c’è stato, sintomo che la stessa ha colpito nel segno: i prezzi sono diminuiti, le persone dopo le prime curiosità si sono fidate, l’affidabilità del servizio è stata garantita. Non è irrazionale dire che forse quella dei farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia ( e direi io con il farmacista) è una di quelle che ha funzionato.
Quello che servirebbe ora è rafforzare il “canale parafarmacie” (indipendenti e corner) per farlo crescere e diventare un competitor valido verso quello tradizionale delle farmacie.
Quindi diciamo così, dopo i primi entusiasmi e le tendenze positive ( incremento di quote di mercato) occorre analizzare le linee di fondo per consolidare tale canale con giovamento di tutti: aziende farmaceutiche, GDO, parafarmacie.
Per fare questo però occorre capire che cosa vuole il cliente, e in questo caso una ricerca condotta dal Censis nel 2007, cioè qualche tempo dopo la riforma Bersani, è sicuramente utile, vediamo i dati significativi
a) il 61 % dei cittadini intervistati ritiene che vendere farmaci OTC in luoghi diversi dalle farmacie sia una scelta condivisibile;
b) l’81% degli intervistati sostiene che gli OTC non devono essere venduti senza che vi sia un farmacista capace di dare i consigli adeguati
c) oltre il 60% degli intervistati pensa che nei canali alternativi (parafarmacie/corner) debba essere garantita un’offerta di prodotti simile a quella delle farmacie
d) il farmaco non può essere assimilato ad altri prodotti di mass-market
In base a tali risultati le azioni più adeguate per sostenere il nuovo canale dovrebbero essere:
1)occorre aumentare il numero di specialità farmaceutiche vendibili nelle parafarmacie/corner. (risposta alle esigenze dei punti ai punti a,c)
A tale proposito il tentativo di concedere la fascia C ( presente nella terza lenzuolata Bersani) è fallito perché in Italia, nell’attuale situazione di interessi cristallizzati, rompere il legame ricetta – farmacia è poco fattibile. Mentre è più realistico seguire quello che l’ANIFA propone ormai da molti anni e che ormai è maturo (come dimostrava l’emendamento Banti alla terza lenzuolata) effettuare lo switch di farmaci che all’estero (UK,Olanda,Svezia,Francia ec….) sono già venduti senza ricetta altrimenti bisognerebbe dimostrare che britannici, olandesi e francesi hanno una fisiologia diversa dagli italiani.

2)riorganizzare e qualificare sempre più le parafarmacie e i corner secondo quello che richiedono i clienti (risposta alle esigenze dei punti ai punti b,d)
Domandiamoci: la liberalizzazione Bersani avrebbe avuto successo ( ci sono dati che lo dimostrano) se nei punti vendita non fosse stato presente il farmacista? Direi di no.
Per questo motivo tale presenza dovrà essere garantita in futuro, se si vuole far crescere il canale alternativo a livelli europei ( es.in Olanda circa il 70 % dei farmaci senza ricetta è venduto in canali alternativi alle farmacie). facendolo diventare così sempre più remunerativo.
Ovviamente, come chiedono alcuni settori della distribuzione con logiche differenti dalle parafarmacie indipendenti, nei corner la presenza potrà essere rimodulata nella modalità (farmacista supervisore invece che farmacista a presenza continuata) ma non va sperperato il vantaggio competitivo che la presenza del laureato in farmacia ha per lo sviluppo del canale parafarmacie. Quali vantaggi?
a) garanzia che l’operazione di switch di specialità ora a ricetta continui e vengano resi disponibili in futuro maggiori specialità come OTC
b) ancoraggio dei farmaci SOP (a libera vendita ma non pubblicizzabili al pubblico) ai corner/parafarmacie. Senza farmacista, le aziende sarebbero tentate di richiedere una distribuzione selettiva solo a punti vendita con i laureati. La stessa considerazione va fatta per le aziende con brand più noti. Si tenga contro infine che in molti casi la classificazione come SOP è una sorta di anticamera per molti futuri OTC
c) perdita del mercato dei prodotti omeopatici (ancora limitato, ma con grosso potenziale come per tutti i “metodi di cura dolci” ) dato che, per le particolarità di tale terapia, non sono presenti i fogli illustrativi in tali prodotti e quindi il farmacista offre sicuramente un apporto determinante per l’uso corretto e l’acquisto del prodotto.

E’chiaro quindi che le proposte di eliminazione del farmacista dai punti vendita in questione (ministro Sacconi e alcuni sottosegretari di stato, recenti proposte dei titolari di farmacia, alcuni settori della GDO) risulterebbero una vera “polpetta avvelenata” per il canale parafarmacia/corner a fronte del guadagno immediato (riduzione di costi del personale) si perde in prospettiva “la ciccia” dell’allargamento dei farmaci vendibili nel canale, con un progressivo inaridimento di un settore promettente e di un cambiamento reale nella distribuzione del farmaco
Questo ha dato in questi anni un reale beneficio (sconti, servizi) ai clienti ai clienti, cioè quello che conta realmente per lo sviluppo di un’azienda commerciale a dispetto degli interessi consolidati e alla poca voglia di essere competitivi.

Leonardo Marchitto
FEF Marche
ParfaramaciaMarche

mercoledì 11 giugno 2008

Corner GDO senza farmacista:ma i grossi marchi OTC (brand) sarebbero tranquilli?

Vorrei completare le argomentazioni relative al rischio che correrebbero i corner farma della GDO se accordandosi con Federfarma (con la benedizione del ministro del Walfare) eliminassero completamente la presenza del farmacista.
In un mio commento precedente indicavo che ” 2) renderebbe poco appetibile per le aziende con i brand più importanti (che costano molto in pubblicità) la vendita in uno scaffale di supermercato del loro prodotti”Chi tra i grossi brand degli OTC è disposto a correre il rischio di leggere sui giornali “…..ricoverato in ospedale per una intossicazione causata dopo ingestione di 4 compresse di XXXX preso nello scaffale del del supermercato ….” credo che nessun brand manager ha intenzione di leggere tale titolo o articolo su di un qualsiasi giornale o sito web relativo ad un brand che gestisce: l’uso sbagliato di un prodotto rischia di screditare il marchio anche ingiustamente…ma è così purtroppo. (i riferimenti a marchi americani e inglesi, con intossicazioni da uso sbagliato da OTC sono presenti nella letteratura internazionale).
Molte aziende di OTC sarebbero tentate da una distribuzione selettiva solo su punti vendita con personale qualificato è per evitare questo rischio (alla GDO e aziende di OTC) che la presenza del farmacista nel corner conviene alla GDO.Domandiamoci questo e rispondiamo onestamente: il decollo dei corner e delle parafarmacie ci sarebbe potuto essere se non ci fosse stato il farmacista? Io dico di no.Ripeto tutto può essere adattato e aggiornato in base ad esigenze aziendali ma la presenza del farmacista supervisore conviene economicamente a tutti aziende punti vendita e pubblico.