Questo è la risposta che ha dato sul suo blog il Senatore Casoli di Fabriano e componente della commissione Industria Senato leggete la risposta che ha dato...
Post inviato ad ottobre sul blog del senatore
Gentile Senatore,Sono un farmacista che dopo il decreto Bersani 1 ha avuto la possibilità di esercitare per la prima volta la professione per cui ho studiato e sono abilitato dallo stato a fare cioè: quella di farmacista ma solo per la vendita di farmaci senza ricetta, le ho già inviato una lettera a giugno scorso per spiegarle le mie ragioni e quelle di altri come me nella nostra regione che hanno avviato un loro esercizio farmaceutico/ parafarmacia.Con l'approssimarsi della discussione al Senato del ddl n° 1644 sulle liberalizzazioni purtroppo giungono notizie (non so quanto vere) di uno stralcio dell' art n° 2 (possibilità di vendita del farmaci di facia C,non mutuabili, anche nelle parafarmacie in presenza di un farmacista) dal ddl in questione per affrontarlo in un provvedimento separato..............bene io credo che questo sia un espediente per non decidere e per evitare che la questione venga affrontata in futuro.....cioè è un modo per garantire ai 17.000 titolari di Framacia (rispetto al 60.000 iscritti all'ordine dei farmacisti) una rendita garantita.....una cosa da paese incivile ed indegna!Ma la laurea la diamo ai muri della farmacia, o al professionista? Il medico può dirsi tale solo se possiede un ambulatorio o una clinica ? O è un medico a prescindere da una struttura. L' art. 2 del ddl 1644 è innovativo perche sostituisce il binomio farmaco- farmacia al binomio moderno farmaco-farmacista esaltando, la professionalità e non la struttura (la farmacia).Ora visto che sul suo sito parla di ASCOLTO come presupposto irrinunciabile per la sua attività politica le chiedo, anche a nome dei miei colleghi degli esercizi farmaceutici/parafarmacie delle Marche di appoggiare gli emendamenti proposti che concedano alle parafarmacie di vendere i farmaci di fascia C sottoponendole agli stessi controlli a cui sono poste le farmacie in modo che non ci siano differenze e tutti i professionisti/imprenditori siano alla pari.O in alternativa si faccia lei promotore di un nuovo emendamento di compromesso che conceda la vendita alle parafarmacie dei farmaci di fascia C con alcune limitazioni relative alla natura di alcuni farmaci per es. antitumorali e immunostimolanti.......(si veda allegato a questa lettera)Lei sa come so io ( siamo coetanei) che la nuova politica non sarà tra destra e sinistra ma tra la modernità e la conservazione....ed un imprenditore conservatore è un imprenditore finito.Mi piacerebbe incontrarla per spiegare le cose che non sono stato in grado di chiarire meglio, mi farebbe molto piacere.Cordiali salutidott. Leonardo Marchitto
Farmanext snc
Porto Recanati
Risposta del Senatore Casoli
Caro Dott. Marchitto,
condivido la sua tesi, essendo comunque conscio (come sono sicuro anche Lei) di una battaglia economica e di potere che questo tipo di liberalizzazione sta scatenando.E' indubbio che molte di quelle 17000 farmacie sono state pagate a caro prezzo, e che le stesse siano state valutate su un parametro di fatturato annuo.E' altrettanto ovvio che, passando l'articolo da lei citato, questo fatturato andrà a cambiare.Ma non è questo il problema, chi pensa una legge e ne prepara l'articolato deve riuscire ad ammortizzare gli effetti collaterali di questo tipo.Il vero problema è che, sembra, il governo ha fatto una gran marcia indietro e che sarà molto difficile portare avanti questo disegno.Io ricevo decine di email di sensibilizzazione ogni giorno su questo argomento.Mi sto facendo una mia idea.Se riuscissi ad incontrarla magari si potrebbe approfondire.Sono a disposizione, se mi scrive una mail a: francesco.casoli@senato.it organizziamo un contatto diretto.
Grazie per la sollecitazione
Saluti
martedì 11 dicembre 2007
Discussioni su fascia C sul Blog del Senatore Francesco Casoli
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