lunedì 10 dicembre 2007

Fascia C: lettera di ParaFarmaciaMarche ai Senatori in risposta alle propste Federfarma

Lettera Inviata al presiedente Scarabosio e ai componenti della Commissione n° 10 Industria Senato . Risposta e Commenti a Siri sulle Proposte Federfarma per eliminiazione art n° 2 ddl 1644.In pratica evitare che alla parafarmacie sia consentita la vendita di farmaci di fascia c con ricetta.......

Porto Recanati 08/12/07

Illustre Senatore
Aldo Scarabosio
Presidente

Illustri Senatori
Componenti

X Commissione Industria,
Commercio, Turismo

Senato della Repubblica

Illustre Presidente, Illustri Senatori,


Il presidente di Federfarma dott. Siri vi ha inviato una lettera a riguardo della fattibilità dell’ipotesi di affidare all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) il compito di eliminare l’obbligo di ricetta medica su alcuni farmaci di fascia C (a ricetta bianca per intenderci) di uso consolidato in modo da consentire la vendita nelle parafarmacie indipendenti e quelle dei supermercati. Questa proposta detta di “de listing” sommata alle altre (riduzione del quorum da 4000 a 3800 , farmacie nei grandi centri commerciali ecc..) dovrebbe evitare, secondo il punto di vista di Federfarma la concessione della possibilità di vendita dei farmaci di fascia C con ricetta anche alle Parafarmacie.

Tale operazione, è una delle proposte di Federfarma e del Tavolo sul Farmaco a cui sono state ostinatamente tenute fuori le associazioni referenti delle parafarmacie (es. ANPI e FEF e dei liberi farmacisti) quindi tale tavolo non risulta rappresentativo di tutte le realtà della categoria.

Ma vediamo in dettaglio la proposta, riporterò le argomentazioni portate da Federfarma e le considerazioni di noi titolari di Parafarmacie delle Marche ma che sono condivise dalle altre associazioni di parafarmacie (es. ANPI e FEF) e dei farmacisti non titolari. Il più delle volte sotto la parvenza di argomentazioni e di sicurezza , vengono fuori delle proposte poco applicabili oppure di scarsa influenza rispetto ad uno status quo che i titolari di farmacia (17000 su 55000 non titolari iscritti agli ordini) difendono con ogni mezzo.

1) argomentazione Federfarma: “Il delisting potrebbe essere applicato, senza creare particolari rischi per gli utenti, a farmaci per il trattamento di dermatosi allergiche o infiammatorie, vitaminici, analgesici e lassativi, per un fatturato complessivo annuo di circa 500 milioni di euro, a fronte di una spesa per farmaci di fascia C con obbligo di ricetta medica pari attualmente a circa 3.000 milioni di euro. La categoria dei farmaci senza obbligo di ricetta medica, che ha un fatturato di circa 2.000 milioni di euro condiviso da farmacie ed esercizi alternativi, verrebbe incrementata del: 25%.” Tali farmaci verrebbero de-classificati a farmaci senza obbligo di ricetta medica (con un’operazione cosiddetta di delisting), in linea con quanto avviene già oggi negli altri Paesi europei, nei quali l’elenco di medicinali che non necessitano di ricetta medica è più ampio di quello italiano.

Considerazioni dei titolari di parafarmacia: la proposta risulta poco fattibile in tempi brevi dato che L’ AIFA dovrebbe esaminare la documentazione di sicurezza tossicologica e di farmacovigilanza post-marketing di una moltissimi medicnali aggravando il lavoro già gravoso dell’agenzia stessa. Inoltre la proposta risulta poco fattibile in sé in quanto non è detto che dopo tale esame l’Agenzia declassi il medicinale oggi in fascia C.

Risultato probabile: pochissimi farmaci verrebbero declassati e soprattutto dopo almeno 2-3 anni, cioè si rimanderebbe di fatto l’effetto di liberalizzazione del mercato dei farmaci di fascia C

2) argomentazione di Federfarma : La categoria dei farmaci senza obbligo di ricetta medica, che ha un fatturato di circa 2.000 milioni di euro condiviso da farmacie ed esercizi alternativi, verrebbe incrementata del 25%.Ma soprattutto, aumentando il numero dei medicinali senza obbligo di ricetta medica, si amplierebbe la gamma di medicinali sui quali è possibile praticare sconti, a tutto vantaggio dei cittadini che oggi si trovano a dover fare i conti con aumenti di prezzi e tariffe in vari altri settori (alimentari, benzina, assicurazioni, mutui). Ipotizzando una riduzione di prezzo del 20% per i medicinali oggetto di delisting, si determinerebbe un risparmio per i cittadini di circa 100 milioni di euro l’anno.

Considerazioni dei titolari di parafarmacia l’operazione invocata di “delisting” è in genere richiesta dalle case farmaceutiche alle autorità regolatorie e anche qui lo Stato non può costringere un azienda a obbligare ad una “declassificazione” di un medicinale

Risultato probabile: pochissimi farmaci verrebbero declassati (vedi sopra) e dopo molto tempo quindi sarebbero pochi i farmaci su cui sarebbe possibile fare sconti. Si svuoterebbe di fatto l’operazione calmierante sui prezzi delle liberalizzazioni.

3) considerazione Federfarma: Per tali farmaci (fascia C), inoltre, è previsto l’obbligo per il farmacista di informare il paziente dell’esistenza di farmaci equivalenti/generici, cioè con lo stesso principio attivo, meno costosi. Il ricorso a tale soluzione ha fatto sì che, per vari medicinali, tra i quali un noto ansiolitico come il Tavor, le vendite di medicinali equivalenti/generici abbiano superato quelle della specialità medicinale di marca, con risparmi per i cittadini fino al 40% del prezzo.

Considerazioni dei titolari di parafarmacia: anche i colleghi farmacisti presenti obbligatoriamente nelle Parafarmacie e corner parafarmacia dei supermercati sono farmacisti e quindi obbligati ad informare il paziente, basta specificarlo ulteriormente nell’art. 2 del ddl 1644 sulle liberalizzazioni.

4) Considerazione Federfarma: …….. del pacchetto di proposte alternative all’articolo 2 del DDL Bersani-ter AS 1644 (vendita di farmaci con ricetta in esercizi diversi dalle farmacie), elaborate dal tavolo tecnico sul servizio farmaceutico, istituito dal Ministro della salute Livia Turco. Il tavolo – mi permetto di ricordare - ha individuato una serie di interventi che, in estrema sintesi, consentirebbero di assegnare in tempi brevi circa 2.200 farmacie a farmacisti non titolari, garantire un servizio ancora più capillare e rendere più flessibili gli orari di apertura delle farmacie

Considerazioni dei titolari di parafarmacia: vediamo punto per punto le proposte fatte per favorire l’apertura di 2200 farmacie

q Proposta 1 Federfarma: Riduzione del numero di abitanti necessario per l'apertura di una farmacia. Oggi la legge prevede l'apertura di una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con meno di 12.500 abitanti e di una farmacia ogni 4.000 abitanti nei Comuni con più di 12.500 abitanti. Il tavolo propone di consentire in tutti i Comuni (indipendentemente dal numero dei residenti) l'apertura di una farmacia ogni 3.800 abitanti. .
Possibilità di aprire una farmacia anche senza rispettare il requisito del numero minimo di abitanti, nel caso la farmacia più vicina sia difficilmente raggiungibile

NOTA 1 chi e come si definisce difficilmente raggiungibile una farmacia? Sarà definita nella fantomatica legge? La noma è fumo negli occhi, pubblicità per bloccare le liberalizzarioni è poco o scarsamente applicabile. Il tutto finirebbe in ricorsi e contro- ricorsi alla magistatura amministrativa e visto i tempi della giustizia in Italia il tutto sarebbe bloccato.. Quale vantaggio avrebbe il cittadino da questa “riforma”? La speranza teorica di avere qualche farmacia , ma di fatto niente in pratica se si considera anche il criterio della distanza almeno 1500 metri).

Proposta 2 Federfarma: Possibilità di garantire il servizio farmaceutico, nei piccolissimi centri, dove una farmacia non potrebbe sopravvivere tramite l'apertura di un dispensario farmaceutico, cioè di una piccola succursale della farmacia più vicina;

NOTA 2: ma questo è gia possibile con l’attuale normativa quindi questo punto è solo pubblicità per il pubblico, l’insistere su tale punto evidenzia che l’attuale legge non riesce a far aprire farmacie e favorisca il pubblico perché i titolari vogliono preservare il loro spazio commerciale

Proposta 3 Federfarma: Apertura di farmacie negli aeroporti, nelle principali stazioni ferroviarie e nei grandi snodi autostradali;

NOTA 3: anche qui norma ambigua si parla di tutti gli aereoportii? Quali sono le principali stazioni? Come e chi le definisce? La fantomatica riforma? Per grandi stazioni ferroviarie si intendono Roma, Milano, Torino, Napoli? Se si probabilmente è già così quindi a che serve la noma? Le farmacie già ci sono. Si parla in tutte le stazioni capoluogo di provincia o di regione? Il restare nel vago è il modo migliore per non fare niente

Proposta 4 Federfarma : Apertura di farmacie nei grandi centri commerciali;

NOTA 4: Come si definiscono i grandi centri commerciali? La superficie? E poi perchè no a quelli di minore grandezza ? Questa è una norma che crollerebbe un minuto dopo basta fare un ricorso alla commissione Antitrust. Anche qui ricorsi e vagezza di proposte

proposta 6 Federfarma: Snellimento delle modalità di assegnazione delle 2.000-2.200 nuove farmacie. Oggi, la legge prevede una procedura complessa basata su un concorso per titoli ed esami; in molte Regioni i concorsi vengono bloccati da lungaggini burocratiche e da ricorsi.

NOTA 5: questa è la prova provata che il sistema attuale non funziona e non funzionerà neppure con questa finta riforma…..i concorsi non si fanno quseta è la realtà….e non si fanno perché chi ha la farmacia difende con i denti il proprio territorio commerciale , cioè la sede farmaceutica

proposta 7 Federfarma: Il tavolo propone di introdurre un metodo di assegnazione basato solo sui titoli dei candidati. Il primo concorso, dopo l'entrata in vigore della nuova normativa, verrebbe riservato esclusivamente ai farmacisti non titolari e ai farmacisti rurali sussidiati (cioè ai titolari di farmacie situate nei centri con meno di 3.000 abitanti). Non parteciperebbero al concorso, facendo quindi un passo indietro, i titolari di farmacie urbane, e anche i comuni rinuncerebbero a esercitare il diritto (oggi previsto dalla legge) di acquisire direttamente la metà delle farmacie disponibili.

NOTA 6: questo è il capolavoro della “tecnica cambiare tutto perché nulla cambi” del fumo negli occhi…che fondamento giuridico ha la norma che prevede di escludere da un concorso un professionista? Su quali basi? E' Anticostituzionale! I tribunali sarebbero invasi da una marea di ulteriori ricorsi, di fatto in mano agli stessi titolari che la userebbero come arma di blocco corporativo….in breve dopo qualche mese tutto si arenerebbe come succede ora…..è la pianta organica che blocca il tutto

q Infine una considerazione finale all’affermazione di Federfarma "Il nuovo Codice dei medicinali, approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri, prevede che il ministero della salute individui in quali casi il farmacista possa consegnare un farmaco in assenza di prescrizione. Tale norma e’ applicabile senza rischi in farmacia, dove il paziente e’ conosciuto a tutto tondo, nelle patologie di cui soffre e nei farmaci prescritti dal medico di famiglia; non sarebbe, invece, applicabile con altrettanta sicurezza in una parafarmacia dove, a parità di preparazione professionale, il farmacista non puo’ conoscere gli altri farmaci assunti dal paziente e prescritti dal medico.

q NOTA: Nelle Parafarmacie, per obbligo di legge, è sempre presente un Farmacista laureato e abilitato alla professione come per i colleghi titolari di Farmacia. Risulta difficile capire però come mai magicamente in Parafarmacia il farmacista non puo’ conoscere gli altri farmaci assunti dal paziente e prescritti dal medico e in Farmacia si! Su quali basi? Il luogo Farmacia rende il farmacista capace di leggere nella mente dei pazienti? Cosa preclusa ai farmacisti operanti in tali strutture? La laurea in farmacia la diamo ai muri o alle persone che hanno studiato?

Speriamo di avervi dato ulteriori spunti per una valutazione imparziale per l’approvazione dell’ art 2 del ddl 1644. Inoltre siamo disponibili anche ad un compromesso(vedi il successivo punto 2)

Per questo le Chiediamo:

1)di appoggiare e favorire l’approvazione dell’art. n° 2 della ddl 1644 (in discussione lla commissione n° 10 industria dell Senato ) che concedano alle parafarmacie di vendere i farmaci di fascia C sottoponendole agli stessi controlli a cui sono poste le farmacie in modo che non ci siano differenze e tutti i professionisti/imprenditori siano alla pari.

2) in alternativa si faccia lei promotore (parli con i suoi colleghi della commissione industria del Senato) di un nuovo emendamento di compromesso che conceda la vendita alle parafarmacie dei farmaci di fascia C con alcune limitazioni relative alla natura di alcuni farmaci es. permettendo la vendita ai soli farmaci con ricetta ripetibile

Confidiamo in una sua disponibilità alla continuazione dell’opera di liberalizzazione delle professioni già iniziata con il decreto Bersani 1

La rigraziamo fin da ora se vorrà ascoltarci.

Grazie e cordiali saluti

dott. Leonardo Marchitto


Portavoce ParafarmaciaMarche

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